Le scissure del Covid

ll covid-19 ha provocato crisi, vuoto e morte. Ci ha chiuso in casa, ha allontanato i corpi gli uni dagli altri. Il distanziamento ci ha segnato dentro in maniere che ancora non possiamo veramente riconoscere, e, fuori, in un balbettio della vicinanza a cui aspiriamo ma che non siamo più sicuri di come si possa vivere. Come in tutti gli accadimenti della vita nel circuito della negatività si sono però fatti strada degli aspetti positivi; ad esempio si è posta maggiore attenzione allo spazio, al modo in cui i corpi occupano lo spazio e, vivendolo, si relazionano tra di loro: in pratica la prossemica che tanto ci dice su chi siamo e i sui nostri relativi comportamenti. La danza è movimento dei corpi nello spazio e nel tempo; quindi quali occhi migliori per leggere questo particolare aspetto di un passato così vicino e di un presente incerto?

Ripensare i corpi nello spazio è materia coreografica proprio perché la danza e la coreografia lavorano sulla consapevolezza del corpo nello spazio e su come esso si possa muovere al suo interno. Abbiamo fatto file davanti ai supermercati mantenendo la distanza di sicurezza, siamo stati fermi ad attendere senza sapere che in quel momento stavamo occupando uno spazio e segnandolo con la nostra presenza. Abbiamo creato coreografie dello stare in piedi senza esserne consapevoli. E poi, nel momento in cui toccava a noi, ci siamo spostati camminando, eseguendo quello che Alessandro Pontremoli definisce il grado zero della danza.

Su queste suggestioni la nostra proposta con semplicità vuole rimettere al centro il corpo, riaffermare la sua necessità di situarsi e riconoscersi, ridonargli la bellezza della sua esistenza e della sua capacità di donare bellezza, nell’osservazione come nel fare. Proponiamo un evento che si situa a metà tra l’incontro conviviale e il performativo cercando il coinvolgimento del pubblico che per volontà o occasione fortuita sarà presente. Il suo intento non è tanto quello di mostrare qualcosa, quanto quello di oggettivare e quindi far riflettere in maniera creativa sulle tracce che il COVID ha lasciato nell’archivio della nostra memoria.

 

ideazione e conduzione
stefania zepponi - rosella simonari

 

 

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